top of page

NOTTURNO

  • AC Scuola Montessori APS
  • 30 giu 2024
  • Tempo di lettura: 1 min

di Andrea Fundarò

ex studente Liceo Classico


Cala giù da le stelle la cieca notte,

allor che ne l’orizzon mòre ‘l pianeta

che tutto fa ridere l’Orïente,

e dorme, che‘ viandanti sempre inghiotte,

il ventre de la terra, e s’accheta  

tra‘ monti il mormorevole torrente:

taccion le selve, le balze, le valli,

de la campagna i faticosi calli.


Non odi greggi belar, mugghiare armenti,

il cinghial arrotando le larghe sanne  

come lëone ruggir, serrando ‘l grifo;

non d’augellin i soavi accenti,

non il lupo urlar de l’avide canne,

non mandra gemere pel crudo tifo:

posan le pecchie e tutti gli animai,  

restan i gru di cantar i loro lai.


Specchio del cielo si colora il mare,

ove cullato da l’onde il pilotto

l’Orsa riguarda e l’antico Orione;

pare il sonno anzi l’ostello basciare  

del pellegrin gli occhi, che già ‘l fagotto

apparecchiar intende, e ‘n su l’arcione

cavalcando l’errante cavalliero 

traboccar del spumante destriero.


Ma non me il sonno a’ suoi ceppi ‘nferra,

però che un pensier mi visita e ‘ngombra

contro che non ho lena di far la guerra.




Post recenti

Mostra tutti

Comentarios


bottom of page