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AC Scuola Montessori APS

I ghiacciai italiani: testimoni del cambiamento climatico

di Cravagno A., De Donato D., Donati E., Pirillo D., Serrao C.

4A Liceo  Linguistico


I ghiacciai alpini stanno subendo trasformazioni significative a causa dei cambiamenti climatici. Secondo dati raccolti l’erosione dei ghiacciai è un fenomeno evidente.

In questo articolo si cerca di sensibilizzare ed informare i lettori riguardo le conseguenze che comporta lo scioglimento dei ghiacciai alpini a causa del cambiamento climatico in diversi ambiti. 


Impatto del riscaldamento globale sui ghiacciai alpini e appenninici


Il riscaldamento globale, con l’aumento delle temperature, sta provocando un rapido e drammatico ritiro dei ghiacciai alpini. Le statistiche evidenziano chiaramente una significativa riduzione delle dimensioni di queste formazioni glaciali nel corso degli ultimi decenni (2010-2023). Questo fenomeno rappresenta una diretta conseguenza dei cambiamenti climatici in atto. Legambiente ha condotto un monitoraggio approfondito su tredici ghiacciai alpini, incluso il glacionevato del Calderone sull’Appennino abruzzese. I risultati indicano un preoccupante restringimento in superficie e spessore di questi ghiacciai, che si stanno disgregando e frammentando in corpi sempre più piccoli. 

Il Massiccio dell’Adamello ha perso dai 19 ai 17km2  dal 1957 al 2015: questo è un segnale allarmante delle trasformazioni in corso; infatti, le osservazioni del 2021 sottolineano che la neve residua è quasi esaurita nel mese di agosto. 


Impatto sull’approvvigionamento Idrico


La situazione nel Gran Paradiso è altrettanto critica, con una perdita del 65% della superficie dei ghiacciai dall’inizio della Piccola Età Glaciale nel 1820-1850.

Questo fenomeno non solo mette a repentaglio gli ecosistemi alpini, ma ha anche un impatto diretto sulla disponibilità di acqua, una risorsa cruciale per le regioni che si affidano allo scioglimento dei ghiacciai per il loro approvvigionamento idrico.

Neve e ghiacciai che avvolgono le vette montane svolgono un ruolo essenziale per oltre 1,6 miliardi di persone, rappresentanti oltre il 20% della popolazione mondiale. L’acqua che stiamo consumando origina anche da sorgenti in alta montagna, che contribuiscono comunque ad alimentare gli invasi. Le “torri d’acqua” fungono da serbatoi regolatori, dove il processo graduale di scioglimento, agendo come una valvola naturale, evita danni derivanti da uno scioglimento improvviso. Questo meccanismo è essenziale per garantire un flusso d’acqua costante per agricoltori, città e villaggi.

L’accelerazione dello scioglimento dei ghiacci legato al cambiamento climatico avrà dunque conseguenze significative sull’approvvigionamento a lungo termine di acqua potabile. Gradualmente, la fornitura idrica dai fiumi di ghiaccio diminuirà e, durante la stagione secca, le valli e le zone più basse rischieranno di rimanere praticamente prive di acqua. 


Impatto sui sistemi Flora-Fauna e rischio di estinzione di alcune specie


L’analisi scientifica rivela cambiamenti significativi nella morfologia dei ghiacciai alpini, con la perdita di massa che minaccia l’ecosistema circostante. Questi cambiamenti rappresentano una seria minaccia per la biodiversità montana, con specie adattate alle condizioni glaciali che rischiano l’estinzione a causa della rapida evoluzione del loro ambiente. Oggi, la velocità di estinzione di alcune specie è circa 100 volte superiore a quella del passato. Il riscaldamento sta provocando una perdita di habitat per specie come lo stambecco, la lepre bianca, la pernice bianca e altre farfalle alpine come la Erebia christi, comunemente nota come farfalla dei ghiacciai, attualmente considerata una specie in declino dagli esperti. 

Lo stambecco, Capra ibex, privo di ghiandole sudoripare, deve spostarsi verso ambienti più freddi, ma il suo territorio si sta riducendo. La popolazione di stambecchi nelle Alpi è stata dimezzata dagli anni Novanta, in particolare nel parco del Gran Paradiso. L’accelerazione dell’estinzione delle specie alpine rappresenta una preoccupante conseguenza dei cambiamenti climatici. Stime recenti indicano che circa il 45% di questa flora potrebbe essere a rischio di estinzione entro il 2100 a causa dell’innalzamento delle temperature.


In un possibile scenario in cui la temperatura media globale aumenti di 3°C nei prossimi 100 anni.

Molte piante alpine dovranno spostarsi a quote più elevate, una sfida complessa per la lentezza con cui molte di esse si muovono. Il cambiamento nella distribuzione delle aree di vegetazione nell’emisfero settentrionale comporterà spostamenti di circa 600 chilometri da sud a nord e 600 metri verso l’alto. Queste distanze risultano impraticabili per molte piante alpine, come il pino cembro (Pinus cembra), il rododendro rosso (Rhododendron) o la tossilaggine alpina (Homogyne alpina).


I segreti del ghiaccio: storie del clima scritte nel nucleo


L’analisi dei nuclei di ghiaccio provenienti dai ghiacciai fornisce una preziosa finestra temporale sulla storia climatica della Terra. Durante la rivoluzione industriale, l’umanità ha iniziato a misurare i parametri climatici con strumenti precisi. Prima di ciò, gli scienziati ricorrevano a metodologie alternative, sfruttando dati indiretti come quelli provenienti da sedimenti, rocce, anelli di crescita degli alberi e carote di ghiaccio, noti come “archivi paleoclimatici”. Le carote di ghiaccio, estratte da varie profondità nei ghiacciai, conservano elementi intrappolati nelle bollicine di aria formatesi durante il congelamento. Analizzate per caratteristiche chimico-fisiche, forniscono informazioni cruciali per tracciare la storia climatica e atmosferica fino a centinaia di migliaia di anni fa. Questi dati hanno dimostrato che l’attività umana e le emissioni di gas serra sono responsabili del cambiamento climatico attuale. Confrontando i dati odierni con quelli delle carote di ghiaccio emerge un rapido aumento nei valori dei gas serra prodotti negli ultimi decenni, giustificando il cambiamento climatico contemporaneo.



Conclusioni 


I ghiacciai alpini rappresentano indicatori cruciali nel monitoraggio dei cambiamenti climatici in corso. Gli attuali dati evidenziano il ritiro e la perdita di notevoli masse di ghiaccio; la ricerca scientifica ci aiuta a comprendere l’impatto su ecosistemi e sulle risorse idriche e l’evoluzione di questo processo. Le attuali ricerche hanno chiarito la grande responsabilità che l’uomo ha sui cambiamenti climatici e le proiezioni nel futuro spiegano l’impatto che tali cambiamenti avranno sul Pianeta.

È tempo di intervenire… 

La conservazione di questi ghiacciai non è solo una questione scientifica, ma una sfida per la nostra responsabilità nei confronti dell’ambiente.




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